Il discernimento è vero se tiene conto di sensazioni, emozioni, pensieri…

Ogni processo di discernimento deve quindi prendere le mosse dal focalizzare la compresenza dei tre livelli di funzionamento della scelta (sensazioni, emozioni, pensieri) e il loro inserirsi nella globalità della persona. Quanto più questi livelli saranno presenti, tanto più le scelte saranno quelle che portano la persona alla pienezza. La trascrizione psicologico del cervello uno-trino si trova nella teoria del sé della Gestalt Therapy, che asserisce che ogni persona ha una funzione- Es che la mette in contatto con il mondo delle sensazioni e delle emozioni, una funzione-Personalità che connette quello che si sente adesso con la propria storia (il sé autobiografico di Damasio) e una funzione-Io: ossia il decidere, quell’utilizzare le informazioni che vengono dalle altre due funzioni per un adattamento creativo, una strada nuova di integrazione e pienezza. Ad esempio una persona diabetica di fronte ad un dolce sente l’attrazione (funzione-Es), ma sa di essere diabetico (funzione-Personalità) e dopo il polemos tra queste due funzioni (di cui nessuna deve essere zittita) si accorge che emerge una scelta creativa che integra il vecchio (“chi sono”) e il nuovo (“cosa voglio”) in una novità più saggia anche se, a volte, forse un po’ più triste.


Giovanni Salonia, Gustare per decidere. Percorsi francescani di discernimento, in AA.VV. Noi, però abbiamo un sogno. Dall’Amoris Laetitia nuovi stili di umanizzazione nella Vita consacrata, Conferenza Italiana Superiori Maggiori, Roma 2017, pagg. 70-71



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