È
proprio l’essere-corpo-tra-corpi e l’esserlo-in-modo-intimo-e-quotidiano il proprium
della vita e dei legami familiari. L’‘intercorporeità familiare’ è quello
sfondo di sensazioni prodotte dallo stare insieme dei corpi: corpi che si
toccano, si baciano, si guardano, si scrutano, si parlano, si avvicinano, si
respingono, si odorano, si abbracciano, si mordono e, a volte, si scontrano...
Prima e più decisiva della comunicazione non verbale è la comunicazione sensoriale:
fiume carsico che scorre in tutte le direzioni tra i corpi dei membri della
famiglia. Come hanno confermato le neuroscienze, prima ancora che con le parole
o con la comunicazione non verbale, i corpi comunicano infatti attraverso i
sensi. Sensazioni – gradevoli o sgradevoli, positive o negative, di
allontanamento o di avvicinamento – progressivamente si stratificano e
costituiscono le trame dell’intercorporeità che, come vedremo nella funzione-
Personalità, sono lo sfondo arcaico, intimo ed attivo delle relazioni familiari.
Da questo sfondo di sensazioni che intercorrono tra-corpi, derivano (e trovano
il loro senso) emozioni, sentimenti, valutazioni, comportamenti a volte apparentemente
incomprensibili. Recita con intensità il poeta: «... lascia che la parola
galleggi nel tuo sangue».
Giovanni
Salonia, Danza delle sedie e danza dei
pronomi. Terapia gestaltica familiare, ed. Il Pozzo di Giacobbe, Trapani
2017, pag. 49
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