Ma
ben più significativa in questa direzione è l’alta frequenza – 136 occorrenze –
della forma «cried» (a cui si aggiungono le 28 occorrenze di «cry» e le 17 di
«crying», senza dimenticare, sullo sfondo, le 35 di «voice»). Essa di norma
introduce o frammezza, al pari di «said», i discorsi diretti che punteggiano il
libro. Il suo rilievo e la sua intensità sono però ben diversi. L’alta
frequenza di «cried» – cioè del past tense di «to cry» – significa
infatti che in Peter Pan si “dice” non solo nell’ovvio senso del «say»,
ma molto spesso lo si fa – si dice e ci si dice – nella modalità del grido, del
lamento, del pianto. Ovvero: il dire dei personaggi del capolavoro di Barrie
appare più o meno insensibilmente riportato, per una larga zona discorsiva, statisticamente
apprezzabile, ai registri ancestrali della voce infantile, dove il corpo è
anzitutto soggetto di grido (di gioia, di meraviglia, di dolore), di lamento
(per la fame insoddisfatta, per l’abbandono repentino), di pianto (per il
bisogno impellente, per l’immediatezza del corpo dolente, per l’assenza di
custodia e di calore fino alla disperazione, per l’insostenibile tristezza del
mancare all’esperienza). C’è una dimensione squisitamente, volutamente
regressiva nella parola di Barrie, come un riportare i toni del discorso pure
tra i presunti adulti al livello delle viscere, del corpo parlante. La voce
quale prolungamento ed espressione diretta, incontrollata, pregrammaticale dell’esserci
pare dominare, se si guarda dalla specola lessicografica, il territorio verbale
di Peter Pan. Con una varietà notevole di intonazioni e una plasticità
intrinseca degli scambi di battute (il romanzo era in origine una pantomima),
che lasciano nel lettore il senso di una teatralità antica e immaginaria, di
una messa in scena onirica del teatro del mondo nelle sue forme primitive, dove
ci si parla gridando, esultando, faticando e piangendo.
Antonio Sichera, Le
venti parole di Peter Pan, in Giovanni
Salonia (ed.), La vera storia di Peter
Pan. Un bacio salva la vita. Cittadella Editrice - 1° Edizione Dicembre
2015, pp. 47-48
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