Il
reciproco ma differenziato coinvolgimento (si parla di co-costruzione della
relazione terapeutica) accade dentro un contesto relazionale che rimane sempre
e comunque asimmetrico, per cui rimane responsabile (della relazione!) il
terapeuta (rientra nella funzione-Personalità del Sé del terapeuta). Questa asimmetria
da parte del terapeuta comporterà un rispetto profondo dei vissuti e dei
significati del paziente, nella consapevolezza che la valutazione organismica è
la sorgente della spontaneità creativa e relazionale del soggetto. Nella
relazione terapeutica gestaltica si è particolarmente attenti al ritmo musicale
dell’incontro che man mano accade e che si inscrive – respiro dopo respiro –
nell’intercorporeità tra terapeuta e paziente. Il terapeuta sente dentro le
parole del paziente la presenza o assenza del corpo, così come il paziente è
toccato soltanto se le parole del terapeuta provengono dal corpo del terapeuta
e risuonano nel suo corpo. Il malessere psichico, lo sappiamo, è (stato)
determinato, più che dalle parole dell’Altro, dalle risonanze corporee negative
che le hanno accompagnate anche se malcelate – direbbe M. Luzi – dal e nel
verbale.
Giovanni Salonia L’improvviso,
inesplicabile sparire dell’Altro. Depressione, Gestalt Therapy e postmodernità, in G. Salonia,V. Conte, P.
Argentino, Devo sapere subito se sono
vivo. Saggi di psicopatologia gestaltica, Ed. Il pozzo di Giacobbe, pag. 189-190
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